Un telefonino che squilla una sola volta, il display che mostra un prefisso estero e la tentazione di richiamare: è questa la scena che diversi utenti stanno raccontando in Italia. Le segnalazioni segnalano numeri con il codice +40 (Romania) e già da tempo il +30 (Grecia), ma il fatto più importante è che spesso il numero visibile non corrisponde alla vera origine della chiamata. Chi risponde si trova davanti a messaggi registrati, richieste di pagamento o tentativi di appuntare fiducia con false promesse. È un fenomeno che non riguarda solo chi usa lo smartphone: lo notano anche gli operatori di rete e i tecnici che gestiscono le segnalazioni. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la chiamata può essere silenziosa o durare pochissimi secondi, studiata proprio per far richiamare.
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Come funzionano i raggiri dietro i prefissi esteri
I truffatori sfruttano tecniche come lo spoofing per far apparire sul display numeri internazionali, così da rendere più credibile la chiamata. Anche se il prefisso indica formalmente la Romania o la Grecia, il numero mostrato può essere completamente fittizio: la rete telefona visualizza solo un’etichetta. Gli schemi più diffusi puntano a ottenere denaro o dati sensibili. Tra questi c’è la frode a pagamento anticipato: la vittima è convinta di dover versare una piccola somma per sbloccare un presunto premio o una somma più grande. Chi racconta questi meccanismi spiega che si usano termini come “tassa” o “spesa amministrativa” per rendere la richiesta più plausibile.
Un altro metodo è il cosiddetto Wangiri, letteralmente “uno squillo e via”: il telefono squilla pochi secondi per invogliare alla richiamata. Il risultato pratico può essere l’addebito di costi molto elevati oppure il prosciugamento del credito residuo su utenze prepagate. Non mancano poi le finte proposte di lavoro o le truffe sentimentali che mirano a costruire fiducia e poi richiedere dati bancari. In questi casi i truffatori possono riferirsi a nomi, aziende o ruoli che suonano credibili. Un fenomeno che in molti notano soprattutto nelle chiamate in entrata dall’estero sono messaggi vocali preconfezionati: suonano professionali, ma il contenuto è progettato per persuadere a pagare.
Cosa fare quando ricevi una chiamata sospetta
La regola più semplice è non richiamare numeri che non si conoscono, in particolare se compaiono con prefissi internazionali come +40 o +30. Se la chiamata è silenziosa o dura un solo squillo, non rispondere e non lasciarti tentare dalla curiosità. Gli operatori telefonici possono fornire strumenti di blocco e segnalazione: contattare il proprio gestore è una misura utile per ottenere il blocco del numero e approfondire la natura dell’addebito. Un dettaglio che molti sottovalutano è che salvare lo screenshot del registro chiamate e inviarlo al provider facilita le indagini.
Segnalare la truffa alle autorità competenti e agli enti di tutela come AGCOM aiuta a tracciare i flussi sospetti e a proteggere altri utenti. Non fornire mai dati bancari, codici o documenti d’identità via telefono; chi chiede queste informazioni è quasi sempre un truffatore. Per proteggersi, usa funzioni di blocco automatico, app affidabili per il filtraggio delle chiamate e imposta il dispositivo per non visualizzare le anteprime di chiamate sconosciute. Nel corso dell’anno i servizi di assistenza registrano richieste sempre più simili: la tendenza lascia intuire che chi agisce dietro queste chiamate sta affinando le tecniche, e gli utenti nelle città e nelle province italiane lo stanno verificando in prima persona.