Bonus casa 2025, arriva la nuova guida aggiornata: ecco tutte le detrazioni sulle ristrutturazioni

Chi si trova alle prese con la ristrutturazione della propria abitazione o con lavori nelle parti comuni di un condominio, in questi mesi può contare su una risorsa aggiornata: la guida alle agevolazioni fiscali dedicata al bonus casa pubblicata dall’Agenzia delle Entrate. Un riferimento concreto per chi vuole orientarsi tra detrazioni, regole sui pagamenti e novità introdotte dalla più recente normativa. Lo strumento mette ordine tra le principali possibilità di detrazione, a partire dalla più nota: il rimborso Irpef del 50% sulle spese di ristrutturazione, riconosciuto fino a un massimo di 96.000 euro per singola unità immobiliare. Si tratta di una misura che negli ultimi anni ha inciso anche sulle scelte di molte famiglie italiane, non solo per i nuclei più numerosi o per i proprietari di immobili. Le quote di detrazione vengono ripartite su dieci anni, secondo schemi ormai consolidati. Un dettaglio che molti sottovalutano è il modo in cui queste opportunità incidono anche sui progetti di riqualificazione dei quartieri, oltre che sul valore delle singole case.

Tutti i capitoli della nuova guida: più chiarezza dalle norme alle pratiche

Il documento ufficiale pubblicato dall’Agenzia è articolato in sette sezioni dedicate ai temi di maggiore interesse: il recupero del patrimonio edilizio, le agevolazioni Iva, le detrazioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche, le agevolazioni su box e posti auto, le detrazioni per l’acquisto di immobili già oggetto di ristrutturazione e il nodo degli interessi passivi sui mutui destinati a lavori di recupero. In molti casi, soprattutto tra i proprietari di case datate o nei piccoli condomini, le spese fiscali rappresentano un capitolo delicato. Per questo motivo, la guida approfondisce le specifiche su come documentare i pagamenti, quali lavori possono realmente essere coperti da detrazione fiscale e come cambiano le regole nel triennio in corso. Un aspetto che emerge negli ultimi aggiornamenti riguarda la maggiore attenzione agli interventi sull’abitazione principale, sia per quanto riguarda i proprietari che per chi detiene un diritto reale di godimento. Le modifiche legate alla Legge di Bilancio degli ultimi mesi coinvolgono anche la durata delle detrazioni e il valore delle aliquote, elementi che spesso generano dubbi e richieste di chiarimento agli sportelli fiscali.

Allo stesso tempo, vengono spiegate altre agevolazioni accessorie: dall’Iva agevolata per lavori specifici alla possibilità di scaricare le spese sugli interessi dei mutui accesi per finanziare le ristrutturazioni. Si tratta di possibilità che, secondo gli esperti, restano spesso poco conosciute o mal sfruttate, anche a causa di una burocrazia considerata complessa. Nelle città dove la pressione immobiliare è più forte, come in diverse province lombarde o laziali, la corretta applicazione delle agevolazioni fa la differenza tra un progetto che parte e uno che resta fermo sulla carta. Vale soprattutto per i casi di ristrutturazioni in edifici collettivi, dove la suddivisione delle spese per millesimi rende ancora più importante la chiarezza sugli sgravi fiscali.

Parchi auto, barriere architettoniche e altri interventi: come funzionano le agevolazioni meno note

C’è un capitolo che interessa una porzione crescente di cittadini: le detrazioni per la realizzazione e l’acquisto di box o posti auto pertinenziali. Secondo tecnici e amministratori, molti proprietari hanno ancora dubbi su questo punto: le detrazioni riguardano sia la costruzione di nuovi parcheggi collegati all’abitazione, sia l’acquisto di box già realizzati, purché vi sia il famoso vincolo di pertinenzialità. La normativa prevede che la spesa detraibile sia soltanto quella documentata e attribuibile all’effettiva realizzazione, in pratica verificata e certificata dal venditore. Inoltre, nelle zone urbane con forte carenza di parcheggio, queste regole stanno modificando anche il mercato immobiliare locale, con effetti visibili nei prezzi di compravendita, come osservano alcune agenzie del nord Italia.

Un’altra misura di rilievo, spesso citata nelle assemblee condominiali, è la detrazione Irpef al 75% per tutti gli interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche. La guida spiega in dettaglio che la spesa massima agevolabile varia in base alla tipologia dell’edificio e al numero di unità abitative. Chi vive in un edificio unifamiliare può contare su un tetto di spesa fino a 50.000 euro, ridotto a 40.000 per gli edifici medi e a 30.000 per quelli con più di otto unità. Nei condomìni, il limite si riferisce all’intero edificio e la detrazione si calcola secondo la quota di proprietà. Un fenomeno che molti notano solo dopo l’insorgere di problemi di accessibilità, ma che la normativa tenta di prevenire favorendo interventi mirati. Le spese sostenute recentissimamente sono ripartite in dieci rate, mentre per lavori pagati prima vige ancora il regime delle cinque quote. Sono dettagli operativi ma cruciali, seguiti con attenzione da chi gestisce immobili con diversi anni di vita alle spalle.

Tutti questi cambiamenti stanno già mostrando i loro effetti nei cantieri e negli uffici tecnici comunali. Un tecnico del settore edilizio, interpellato in Emilia-Romagna, racconta che le richieste di informazioni sulle detrazioni aumentano costantemente con l’avvicinarsi delle scadenze fiscali. Segno che la conoscenza puntuale delle regole è diventata una necessità pratica, non più solo una curiosità da addetti ai lavori.