Un bonifico atteso che non arriva: per molte famiglie l’assenza dell’accredito dell’Assegno unico di ottobre è un problema immediato e concreto. Si tratta del sostegno economico mensile erogato dall’Assegno unico e universale, pensato per le famiglie con figli dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, e senza limiti d’età se è presente una disabilità. Quando il pagamento non compare sul conto la mattina in cui lo si aspetta, il primo sospetto cade su questioni amministrative e tecniche, ma non sempre è semplice capire quale sia il nodo da sciogliere. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la pratica viene lavorata a più livelli: dati anagrafici, verifica Isee, e procedure interne dell’ente che eroga il sussidio.
Chi riceve l’Assegno lo sa: l’erogazione è gestita dall’Inps in coordinamento con il Ministero del Lavoro, ma la velocità con cui il pagamento arriva dipende da informazioni aggiornate fornite dall’intestatario. Se il conto corrente è corretto e la domanda è invariata, l’accredito segue una tempistica standard; se invece sono state fatte modifiche alla domanda o all’ISEE, la pratica può rallentare. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che le verifiche documentali possono richiedere più tempo per controlli manuali o per la necessità di integrazioni. Lo raccontano i tecnici del settore: variazioni dei componenti del nucleo, aggiornamenti di residenza o anomalie nei dati del conto possono bloccare il flusso del pagamento. Inoltre, quando sono in corso calcoli di conguagli o rimborsi relativi a mensilità precedenti, l’Inps spesso sospende temporaneamente l’erogazione fino alla conclusione dei conteggi. In sintesi, il ritardo non è sempre un errore: spesso è la conseguenza di una revisione richiesta dai sistemi di controllo.

Scadenze, verifiche e cosa fare
Le date di riferimento comunemente indicate per le erogazioni aiutano a orientarsi: per chi ha una domanda attiva e non ha apportato modifiche, l’assegno viene solitamente accreditato nei giorni attorno al 20 e 21 ottobre, mentre per le nuove domande presentate nei mesi precedenti, per le richieste modificate e per i conguagli c’è una finestra che arriva fino al 31 ottobre. Questo calendario è coordinato dall’Inps, ma non esclude scostamenti legati ai tempi di lavorazione interni. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’aggiornamento dell’ISEE: se il documento è scaduto o non è stato presentato entro le scadenze richieste, l’Istituto può erogare solo un importo minimo fino a quando non riceve il nuovo certificato. Chi controlla il fascicolo previdenziale online trova spesso questa segnalazione nella propria area personale.
Cosa fare in pratica: verificare innanzitutto il proprio fascicolo previdenziale sul sito dell’Inps, controllare che l’ISEE sia valido e che i dati anagrafici dei componenti del nucleo siano aggiornati; se necessario, rivolgersi a un CAF o a un patronato per assistenza nella ricostruzione della documentazione. Se la pratica mostra errori sul conto corrente è utile contattare direttamente l’Inps, fornendo la documentazione richiesta. Un fenomeno che in molti notano è che, dopo l’aggiornamento dell’ISEE, l’accredito viene normalizzato nelle settimane successive, con eventuali arretrati calcolati e versati insieme alle mensilità correnti. In questi mesi c’è anche un elemento stabile da tenere presente: l’adeguamento Istat dell’Assegno ha portato a un aumento pari allo 0,8%, quindi molte famiglie vedranno nuovi importi già nella voce del bonifico o nella causale bancaria. Chi controlla il conto noterà spesso la causale che indica la mensilità e l’eventuale conguaglio, un dettaglio concreto che segnala la chiusura della pratica amministrativa.