Regione Lazio, contributi fino a 20mila euro per giovani professionisti: come ottenere il sostegno

Un giovane professionista apre la porta del suo studio nel centro di una città del Lazio: sul tavolo ci sono scatole di attrezzature nuove, una fattura per software e un piano di comunicazione ancora da lanciare. Quella scena è la quotidianità di chi vuole trasformare una partita iva in un progetto sostenibile e competitivo. La Regione Lazio ha riaperto la strada a questa transizione con il bando Giovani Attività Professionali, pensato per sostenere chi ha meno di 40 anni e vuole aprire o potenziare il proprio studio nel territorio regionale. Nel dettaglio, la misura è finanziata dai fondi Pr Fesr Lazio 2021-2027 e mette a disposizione un plafond di 5 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto. L’obiettivo è chiaro: spingere verso la digitalizzazione, l’innovazione dei servizi e l’ammodernamento degli spazi di lavoro, con particolare attenzione alla sostenibilità organizzativa. Possono partecipare professionisti in forma singola che non abbiano compiuto 40 anni al 16 settembre 2025, titolari di Partita Iva con domicilio fiscale nel Lazio e iscritti a uno dei nove ordini ammessi. Sono inclusi architetti, avvocati, commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro, geologi, geometri, ingegneri, notai e periti industriali. Restano esclusi, tra gli altri, giornalisti, infermieri e psicologi. Un dettaglio che molti sottovalutano: la selezione è riservata esclusivamente a professionisti individuali e richiede un progetto concreto di avvio o sviluppo dell’attività, già attiva o di prossima apertura.

Regione Lazio, contributi fino a 20mila euro per giovani professionisti: come ottenere il sostegno
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quanto e come si può spendere

Il bando prevede un contributo commisurato alle spese rendicontate, con un importo massimo erogabile di 20.000 euro. La copertura varia tra il 40% e il 60% dei costi ammissibili, mentre l’investimento minimo richiesto è di 10.000 euro. Questo schema spinge a progettare spese mirate e documentabili, non semplici voci di cassa. Le voci ammissibili includono investimenti materiali — come attrezzature, pc, software, arredi e veicoli specializzati — e investimenti immateriali quali licenze digitali, marchi e brevetti. Rientrano anche le spese per la digitalizzazione (SaaS, cloud, strumenti gestionali e marketing online), gli interventi sui locali (ristrutturazione, accessibilità, efficientamento energetico) e i servizi specialistici come consulenze, certificazioni, formazione e comunicazione. Sono invece esclusi canoni di locazione e utenze ordinarie, spese di gestione correnti, beni usati non pertinenti e compensi personali del titolare. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la esclusione dei canoni: non si possono finanziare costi di affitto ordinari. Per rendere concreto l’impatto, il bando propone esempi pratici: per una spesa totale di 12.000 euro con copertura al 60% il contributo è di 7.200 euro; per investimenti più ampi di 40.000 euro con copertura al 50% il contributo raggiunge i 20.000 euro. In casi reali, uno studio di architettura che spende 13.000 euro per software, pc e promozione otterrà circa 7.800 euro; uno studio legale che investe 6.000 euro in arredi, software e consulenze riceverà 3.600 euro.

selezione, tempi e obblighi per i beneficiari

I progetti sono valutati con una graduatoria a punteggio che premia chi dimostra solidità e potenziale di crescita. La griglia di valutazione assegna 40 punti al fatturato, 30 punti all’età del professionista, 20 punti al livello di cofinanziamento (chi chiede meno contributo ottiene più punti), 5 punti alla novità dell’attività e 5 punti per il criterio di genere a favore delle donne. A parità di punteggio, sono preferiti i progetti con maggiore apporto di risorse proprie e le attività più recenti o ancora da avviare. La domanda va presentata esclusivamente online tramite la piattaforma GeCoWEB Plus entro le 17:00 del 15 gennaio 2026. I progetti selezionati devono essere realizzati e rendicontati entro 9 mesi dall’assegnazione, e la sede operativa deve rimanere nel Lazio per almeno tre anni dopo la conclusione del progetto. Il contributo viene erogato in un’unica soluzione a fronte della rendicontazione completa delle spese. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: la documentazione tecnica e amministrativa richiede tempo e precisione, quindi è consigliabile preparare preventivi e certificazioni prima della chiusura del bando. Per molti giovani professionisti, il risultato pratico sarà non solo un aiuto economico, ma la possibilità di aggiornare strumenti e ambienti di lavoro, rendendo lo studio più competitivo sul mercato regionale.

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