Tredicesima, arriva il Bonus 100 euro: ecco chi può inserirlo direttamente nel 730/2025

Una busta paga di dicembre che non ha cambiato il conto in banca: è la scena che molte famiglie italiane si sono trovate davanti dopo la distribuzione del sostegno una tantum pensato per alleggerire il periodo delle festività. Il provvedimento, pensato come un aiuto mirato ai lavoratori con redditi più bassi e con figli a carico, non sempre è arrivato in busta paga o è stato calcolato correttamente. Per chi non lo ha percepito resta comunque una via di recupero nella dichiarazione annuale dei redditi: la pratica è semplice ma richiede attenzione ai documenti. Un dettaglio che molti sottovalutano è la corretta lettura della Certificazione Unica, dove si trovano i dati necessari per fare domanda.

che cos’è il bonus e come si calcola

Il sostegno noto come Bonus Tredicesima 2024 (spesso chiamato anche Bonus Natale o Bonus 100 euro) è un contributo una tantum destinato ai lavoratori dipendenti con determinate condizioni di reddito e famiglia. L’entità massima è di 100 euro, ma l’importo effettivo è proporzionale ai giorni di lavoro svolti durante l’anno, indicati nella Certificazione Unica (CU). Il meccanismo è pensato per coprire solo i periodi effettivamente lavorati: chi ha lavorato metà anno ottiene circa metà del beneficio.

Dal punto di vista fiscale, il bonus concorre alla formazione del reddito e può essere richiesto se il lavoratore risulta fiscalmente capiente, cioè se l’imposta lorda sul lavoro è superiore alle detrazioni spettanti. Questo requisito tecnico è centrale: senza capienza fiscale non è possibile trasformare il diritto in credito d’imposta recuperabile tramite dichiarazione. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che anche lavoratori domestici e colf, spesso privi di sostituto d’imposta, possono rivendicare il beneficio attraverso la dichiarazione.

In pratica, la verifica parte dalla CU, in particolare dai punti che riportano i giorni lavorati e il reddito da lavoro dipendente. Se le informazioni non sono chiare, le annotazioni della certificazione spesso contengono chiarimenti utili. Per molti contribuenti si tratta di un controllo in più che evita errori nella compilazione del modello 730.

Tredicesima, arriva il Bonus 100 euro: ecco chi può inserirlo direttamente nel 730/2025
Tredicesima, arriva il Bonus 100 euro: ecco chi può inserirlo direttamente nel 730/2025 – agevolazionibonus.it

a chi spetta e chi è escluso

Il bonus è rivolto ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che nel corso dell’anno abbiano avuto un reddito complessivo entro la soglia stabilita e che abbiano almeno un figlio a carico. Il criterio del figlio a carico si basa su limiti di reddito del figlio: in assenza di questi requisiti il diritto decade. Un dettaglio che molti sottovalutano è la distinzione tra il reddito complessivo personale e il reddito considerato ai fini della casa principale, quest’ultimo escluso dal calcolo secondo le regole vigenti.

Non rientrano nel beneficio chi supera la soglia prevista per il reddito, chi non ha figli fiscalmente a carico o chi non è fiscalmente capiente: in questi casi l’imposta lorda viene totalmente assorbita dalle detrazioni e non resta margine per riconoscere il credito. Anche alcune categorie con redditi assimilati al lavoro dipendente possono essere escluse, a seconda della loro qualificazione fiscale. Un aspetto pratico da considerare è che il bonus spetta una sola volta per nucleo familiare, quindi quando entrambi i genitori lavorano il beneficio non si somma.

Chi ha ricevuto l’importo in busta paga pur non avendone diritto è tenuto alla restituzione tramite la dichiarazione dei redditi; la procedura prevede l’indicazione dell’errore e l’attivazione della voce specifica prevista nel quadro del modello utilizzato. Questo meccanismo evita contenziosi prolungati e consente un rientro ordinato dell’importo percepito indebitamente.

come richiederlo nella dichiarazione e le scadenze pratiche

Se il sostegno non è stato erogato in busta paga, il recupero avviene inserendo il credito nella dichiarazione dei redditi. Il canale più usato è il modello 730/2025, dove il contributo va indicato nel rigo C14, utilizzando i dati presenti nella Certificazione Unica (CU). Le informazioni essenziali sono il reddito da lavoro dipendente e i giorni di lavoro, ma è utile controllare anche le annotazioni della CU per eventuali note che chiariscano voci non compilate.

Il modello 730 può essere presentato tramite i servizi telematici dell’amministrazione finanziaria o con l’assistenza di un intermediario abilitato, come un centro di assistenza fiscale o un professionista. Anche chi non ha un sostituto d’imposta può avvalersi di questa via per trasformare il diritto in credito d’imposta e quindi ottenere un rimborso IRPEF maggiorato. Un fenomeno che in molti notano è la maggiore richiesta di chiarimenti ai CAF nei mesi in cui si apre la campagna dichiarativa, segno che la procedura è familiare ma richiede verifica documentale.

Infine, chi ha percepito il bonus senza i requisiti deve barrare l’apposita casella di restituzione nel quadro dedicato del modello 730, per riaccreditare l’importo. Chiudendo il percorso pratico, resta valido il consiglio di conservare la documentazione e verificare la corrispondenza tra CU e inserimenti nella dichiarazione: una piccola attenzione che evita rimborsi mancati o errori da dover correggere nelle prossime stagioni fiscali.

Lascia un commento